Oggi celebriamo le persone non-binary e presentiamo le loro lotte. È stata scelta questa data perché a metà tra l’8 marzo (giornata internazionale delle donne) e il 19 novembre (giornata internazionale degli uomini).
Si definisce non-binaria o non-binary o nby una persona la cui identità di genere non rientra nel binario donna-uomo. La comunità trans* le accoglie, ma non tutte le persone non-binary si identificano come T, essendo lo spettro nby molto ampio: non sempre il distacco percepito dal proprio sesso di nascita è abbastanza determinante, oppure essere nby può essere uno stato che precede il genere come percepito dalla società, quindi quello imposto segue l’identità effettiva.
In Italia le persone nby soffrono molta invisibilizzazione: hanno poca rappresentanza e molta gente (incluse molte persone queer) ignora e rifiuta la loro esistenza. Troppo spesso quindi le persone nby sono costrette a nascondersi e non possono esprimere la propria identità liberamente per timore delle reazioni di amichə e familiarə.
Il genere nby inoltre non è riconosciuto legalmente, solo le opzioni F o M sono disponibili sui documenti. In Europa solo Danimarca, Germania e Olanda danno la possibilità di non indicare nessun genere oppure avere una X sui documenti, riconoscendo dunque legalmente le identità nby.
In Italia, poi, modificare il genere anagrafico è possibile solo dopo un percorso medicalizzato, spesso non intrapreso dalle persone nby poiché non necessario oppure perché molti centri spingono per un percorso esclusivamente binario, con terapia ormonale e interventi completi. In alcuni si sta valutando il microdosing per la terapia ormonale, che con dosi minime permetterebbe cambiamenti fisici più discreti e lə attivistə T* da sempre lottano per la revisione della legge 164/82, per ottenere solo il cambio di dati anagrafici senza l’obbligo di fare terapia psicologica o ormonale o interventi, se non si desidera farli.
Ascoltate e sostenete sempre le persone nby vicine a voi!