Arcigay Valle d'Aosta Queer Vda

Vittoria!

Oggi è stata depositata un’importante sentenza dal Consiglio di Stato con la quale viene respinto il ricorso della Lega Valle d’Aosta contro la sentenza del Tar Valle d’Aosta sulla concessione del patrocinio del Comune di Aosta all’Aosta Pride 2022.

I Giudici e le Giudici di Palazzo Spada evidenziano, come già aveva fatto il Tar della Valle d’Aosta, che l’amministrazione comunale si è mossa nel solco della legalità, rispettando il regolamento comunale nella concessione del patrocinio dell’amministrazione al primo pride valdostano.
Nelle sentenza viene anche cristallizzato ancora una volta che l’evento “Aosta Pride 2022” (e di conseguenza tutti i pride), promosso da Arcigay Valle d’Aosta Queer Vda, come soggetto portavoce del Comitato organizzatore, non può essere considerato una manifestazione di natura politica, ma piuttosto un’iniziativa volta a promuovere l’inclusione sociale e la lotta contro le discriminazioni. Per questo motivo, il patrocinio del Comune è stato ritenuto legittimo.

La sentenza precisa ancora che, anche se Arcigay porta avanti valori e rivendicazioni sociali (come la tutela dei diritti delle persone LGBTQIA+), ciò non la rende un partito o un movimento politico. L’estensore sottolinea, poi, che l’associazione non ha lo scopo di conquistare il potere politico, né agisce come un partito.

Inoltre, i giudici e le giudici di secondo grado sottolineano che Arcigay è un’associazione di promozione sociale, senza fini di lucro, regolarmente iscritta al Registro nazionale del Terzo Settore, e che il Comune di Aosta aveva già formalmente aderito alla rete Re.A.Dy, una rete nazionale di enti locali che promuove politiche contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Quindi, il patrocinio era perfettamente in linea con gli obiettivi già dichiarati dall’amministrazione comunale.

Il Consiglio di Stato ha chiarito, definitivamente, che il patrocinio non era diretto a un soggetto partitico, e che riconoscere valore sociale e culturale a una manifestazione non equivale a fare politica di parte e che “non si pone in violazione dei principi di uguaglianza, libertà e dignità dei cittadini”.

«Finalmente, dopo tre anni, vengono ribaditi concetti fondamentali per la nostra società, per la nostra comunità, per il lavoro che facciamo quotidianamente. – dichiara Giulio Gasperini, presidente di Arcigay Valle d’Aosta Queer VdA e portavoce del Comitato Aosta Pride. – Chiedere diritti, chiedere rispetto, chiedere parità di trattamento è un impegno che portiamo avanti indipendentemente da cosa votino le persone, perché riteniamo che la giustizia sociale e civile esista a prescindere da questo. Finalmente, con la pubblicazione di questa sentenza, ci sentiamo riconosciut* nel nostro compito e ancora più determinat* a continuare il nostro impegno quotidiano, per il benessere di tutte le persone che abitano e compongono gli spazi comunitari e la cittadinanza tutta, senza privilegi».

Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay nazionale, commenta così la notizia: «Accogliamo con soddisfazione questa sentenza che conferma, ancora una volta, come le iniziative come Aosta Pride non siano espressione di faziosità politica, ma strumenti fondamentali di promozione culturale, inclusione sociale e contrasto alle discriminazioni. Il tentativo della Lega di ostacolare il patrocinio pubblico a una manifestazione pacifica e inclusiva organizzata da Arcigay rappresentava un precedente pericoloso, che la dice lunga sulla loro visione della democrazia e del ruolo delle istituzioni. Il riconoscimento istituzionale di queste iniziative è un segnale di civiltà e coerenza con i principi costituzionali di uguaglianza e libertà.»

Il Comitato ringrazia vivamente anche gli avvocati Davide Meloni, Alessio Ansermin e l’avvocata Valeria Fadda per la professionalità e l’impegno profusi nella difesa nei due gradi di giudizio.

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