Proprio ieri, un ragazzo 33enne di Palermo si è suicidato. «Vedi quanto odio c’è a questo mondo?» ripeteva da troppo tempo al compagno: neanche l’amore è riuscito a salvarlo. Si è suicidato, ha ammesso in una lettera che riguarda tuttə; lo ha fatto per la paura di essere emarginato, aggredito, picchiato, umiliato solo perché gay; un destino sempre più frequentemente condiviso da chi appartiene alla comunità queer.
Il clima di pregiudizio, di avversione, di discriminazione, di vero e proprio odio feroce sta sempre più montando, alimentato come un incendio, anche e soprattutto in Italia, dove aumentano le aggressioni, i pestaggi, le violenze. I discorsi di odio che da più parti si stanno facendo sempre più forti e sistematici rendono la comunità queer una delle più colpite dal fenomeno del suicidio.
Oggi, 10 settembre, è la Giornata mondiale per la prevenzione al suicidio; una piaga – sociale, umana, sanitaria, comunitaria – che, in Valle d’Aosta, ha un tasso elevatissimo. All’interno della AUSL regionale, come risultato della firma di una convenzione già stipulata con il Dipartimento di Salute Mentale nell’ambito del “Progetto Regionale per la Prevenzione del Suicidio”, la nostra associazione gestisce uno sportello di ascolto, il primo lunedì di ogni mese, per fornire un luogo di cura, di ascolto, di presa in carico delle persone che stanno vivendo un momento difficile, in relazione al proprio orientamento sessuale e identità di genere, e hanno bisogno di un supporto, di un confronto, di un sostegno.
Prevenire il suicidio all’interno della comunità queer significa anche e soprattutto portare avanti un’azione culturale, anche (ma non solo) con progetti nelle scuole: perché la violenza diventa strutturale se non si scardinano i presupposti pregiudizievoli e le narrazioni non supportate dalla scienza. Per questo, creare una comunità accogliente, non discriminante, pacifica e solidale può essere uno dei migliori e più efficaci interventi per la prevenzione al suicidio.