Ogni anno il 6 aprile si celebra la Giornata internazionale della visibilità asessuale, un’occasione per discutere delle lotte e delle sfide che la comunità asessuale deve affrontare.
L’#asessualità è uno spettro di orientamenti caratterizzati dall’attrazione sessuale per nessun genere oppure da una ridotta attrazione sessuale, che spesso vengono fraintesi e invisibilizzati. Le persone asessuali sono ancora vittime di #pregiudizi e #stereotipi dannosi, è ancora diffusa la credenza che si tratti di persone frigide o antisociali, che hanno bisogno di cure mediche o di trovare “la persona giusta”. Questa discriminazione, detta afobia, può portare le persone asessuali ad isolarsi, ad avere difficoltà relazionali, a sentirsi sbagliatə.
La #patologizzazione è uno degli aspetti più ricorrenti dell’afobia. Nonostante nel DSM-5, l’ultima versione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, si specifichi che l’orientamento asessuale non sia da confondere con i disturbi del desiderio sessuale, molto sovente il personale sanitario tende a diagnosticare e patologizzare quella che è una normale esperienza della persona.
L’#invisibilizzazione è un altro aspetto da non sottovalutare: le persone asessuali non vengono considerate dalla società e sono spesso dimenticate e marginalizzate anche dalla stessa comunità queer, costrette a nascondersi o etichettarsi con altri orientamenti per non sentirsi escluse e non subire ulteriori discriminazioni.
L’asessualità non è una scelta, ma è una normale varianza delle esperienze umane, come tutti gli altri orientamenti sessuali e identità di genere. È importante continuare a promuovere informazione e educazione affettiva, unico vero antidoto alle, per poter ambire a una società più accogliente e rispettosa per tuttə.