Arcigay Valle d'Aosta Queer Vda

ConsVda: illuminiamo le coscienze, non i monumenti

L’Italia precipita ancora nella classifica stilata da ILGA Europe, l’associazione LGBT internazionale, che fotografa ogni anno lo stato dei diritti in Europa. Per il 2024 il nostro paese si classifica al 36esimo posto su 48 paesi. Persino l’Ungheria di Orban ottiene un punteggio più confortante. Aumenta la paura, aumentano le aggressioni, aumenta la violenza anche istituzionalizzata: tutto questo costituisce quell’omobitransfobia, al cui contrasto è dedicata la giornata del 17 maggio.

Stereotipi, pregiudizi e atteggiamenti omobitransfobici vengono considerati normali e giustificabili, da chi li pratica e li agisce, anche perché ancora legittimati e protetti dalla società e da leggi anacronistiche che non riconoscono il matrimonio egualitario o le famiglie omogenitoriali oppure ostacolano o complicano l’affermazione di genere. Lo stigma e la violenza si rafforzano anche perché è assente una legge che protegga le persone dalle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.

Alla comunità LGBTQIA+ non basta vedere gli splendidi monumenti aostani illuminati di arcobaleno: è urgente ed essenziale un impegno attivo da parte delle istituzioni per garantire pari dignità e diritti, senza distinzioni, secondo l’articolo 3 della Costituzione.

Quest’anno, in occasione della Giornata internazionale contro l’Omobitransfobia, Arcigay Valle d’Aosta non ha richiesto l’accensione della Porta Pretoria con i colori rainbow, ma sollecita la politica a un impegno concreto: al Consiglio regionale chiede di ricalendarizzare il disegno di legge contro le discriminazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere, sepolto a Palazzo Deffeyes da due anni in V Commissione.
Chiede, inoltre, che il testo non sia modificato, diventando una generica legge contro ogni discriminazione, in un timido tentativo di unire, ad esempio, omofobia e abilismo, senza considerare i differenti approcci di cui necessitano due importanti problematiche: la legge non può essere così vaga da non essere più efficace.

Niente luci accese finché non si accenderanno le coscienze di cittadinanza e politica verso un problema, l’omobitransfobia, sempre più attuale, preoccupante e feroce.