Attenzione: non abbiamo chiamato un gruppo di uomini a scrivere questo post.
L’interruzione volontaria di gravidanza in Italia è garantita dalla L. 194 del ’78: può essere richiesta entro 90 giorni per motivi di salute, familiari, o socio-economici.
In Francia quest’anno è diventato un #diritto costituzionale, votato a maggioranza da tutti i partiti.
Qui, ancora, c’è chi mira a un’involuzione e tenta di abolirlo, decidendo per il #corpo e la vita di ognunə. Non possiamo dimenticare il dolore che causa privare di questo diritto, non possiamo ignorare il rischio a cui esponiamo le persone forzandole a rinunciare a decidere per sé e la propria vita oppure rinunciare alla sicurezza del servizio sanitario: vietare gli aborti non li ferma mai, spostandoli in case e cantine, condannando a morte 47.000 persone ogni anno.
Troppe persone subiscono giudizi, accuse e rifiuti: in molte regioni accedere a questo diritto è difficile o impossibile, perché troppi medici sono obiettori di coscienza. Nemmeno la vasectomia è accessibile come dovrebbe e qualcunə prova a negare anche la contraccezione d’emergenza. Eppure dovrebbe essere lontano il tempo in cui il valore di un individuo si misurava sulla volontà riproduttiva e sui numeri della sua prole.
Polemiche contro l’#aborto e attacchi all’#autodeterminazione delle donne sono sempre più frequenti: l’indecente proposta di Fdi di facilitare l’ingresso delle associazioni anti-abortiste nei consultori è stata approvata dal Senato. Persino la vicedirettrice del TG1, Incoronata Boccia, non si è vergognata di dichiarare sulla rete pubblica che secondo lei l’aborto è un omicidio. Ignorando, ancora, la differenza tra un neonato e un embrione. E quando Boccia dice stiamo «scambiando un delitto per un diritto» vuole ignorare il delitto, feroce e meschino, che si compie privando le persone della possibilità di scegliere.
L’aborto non è mai una #scelta facile.
A volte è la scelta migliore.
Ma sempre è una scelta personale.
E non deve essere di nessunə altrə.