Il 23 settembre si celebra la Giornata mondiale dell’Orgoglio bisessuale, ma… cosa vuol dire essere bisessuale?
Si tratta di un termine ombrello, cioè che racchiude uno spettro di diversi orientamenti sessuali. L’aspetto comune è l’attrazione, fisica o emotiva, non esclusiva verso un genere specifico.
Quindi le persone bisessuali sono 50% gay e 50% etero? Forse, qualcunə. Ma non è così semplice. Moltə non considerano il genere d’appartenenza dell’altra persona, qualcunə ha delle preferenze, qualcunə no.
Secondo qualche teoria, “Bi” si riferisce all’attrazione per uomini/donne… ma la maggior parte della comunità lo interpreta come “attrazione verso generi uguali o diversi dal proprio”, poiché essere Bi non esclude di provare attrazione per persone T*, agender o non binarie.
Ma perché questa giornata è così importante?
Lo scopo è combattere l’invisibilizzazione e la stigmatizzazione delle persone bisessuali sia all’esterno che all’interno della comunità LGBTQIA+.
I pregiudizi più comuni riguardano una fantomatica “confusione”, il pregiudizio per cui non si è mai “abbastanza queer” per essere inclusə nella comunità o ancora l’idea che sia una fase di passaggio, in cui la persona esplora il proprio orientamento per capire se è propriamente omosessuale o etero. Esplorare è sano e piuttosto comune, ma la bisessualità non è assolutamente una fase.